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Cosa succede se non si pagano i debiti

Cosa succede se non si pagano i debiti

Non pagare i debiti è un reato che può avere conseguenze civili e penali. Scopri quali

06/03/2024

Quando si trovano a dover affrontare la difficoltà di saldare i propri debiti, molti individui e imprese si trovano di fronte a una serie di conseguenze e sfide legali. Questa situazione, seppur ardua, non è priva di soluzioni e possibilità di intervento. Scopriamo insieme le principali implicazioni del non pagare i debiti e le opzioni a disposizione.

Avete i debiti non è reato: conseguenze per chi è nullatenente

Se non possiedi beni o il tuo reddito è inferiore a una certa soglia, potresti essere considerato nullatenente. Questo status limita l'azione dei creditori, ma non elimina il debito. Una novità legislativa consente, in certe condizioni, di cancellare completamente il debito per chi è nullatenente.

Mentre il mancato pagamento di un debito non costituisce di per sé un reato penale, comportamenti come il trasferimento fraudolento di beni per evitare il pagamento possono configurare il reato di insolvenza fraudolenta, punibile anche con la reclusione. Non onorare i propri debiti può portare alla segnalazione negli archivi dei cattivi pagatori, rendendo difficile l'accesso a nuovi finanziamenti. Tuttavia, esistono procedure per richiedere la cancellazione da queste liste.

Interessi di mora e decreti ingiuntivi

Il mancato pagamento dei debiti nei termini previsti può comportare l'accumulo di interessi di mora. Inoltre, il creditore può avviare una procedura legale tramite decreto ingiuntivo per ottenere il pagamento forzato del debito. In assenza di pagamento, i creditori possono procedere al pignoramento dei beni del debitore, inclusi immobili, redditi e conti bancari, per recuperare quanto dovuto. I debiti possono avere ripercussioni anche sui familiari del debitore, in particolare in presenza di una comunione dei beni o di regime di separazione dei beni.

Cosa succede quando i debiti passano all’Agenzia delle Entrate

Affrontare debiti con l'Agenzia delle Entrate può sembrare un percorso costellato di insidie legali e procedurali, ma comprendere bene la sequenza di azioni e reazioni tra contribuente e fisco è essenziale per navigare queste acque turbolente con maggiore sicurezza. Vediamo quindi, passo dopo passo, cosa accade nel dettaglio quando si incappa in debiti con il fisco e come si può eventualmente evitare il peggio.

Accertamento e Notifica: il primo contatto

L'Agenzia delle Entrate e debitiha il compito di assicurare che tutti i contribuenti versino le imposte dovute e paghino i debiti. Quando emerge un'omissione o un errore nei pagamenti, il primo passo è l'emissione di un avviso di accertamento. Questo documento rappresenta un invito formale a regolarizzare la propria posizione, pagando le tasse dovute più eventuali sanzioni.

Se il contribuente non risponde positivamente all'avviso, il passo successivo vede l'Agenzia delle Entrate "iscrivere a ruolo" il debito, rendendolo ufficiale. A questo punto entra in gioco l'Agenzia Entrate Riscossione, che si occupa di recuperare la somma dovuta. La notifica della cartella esattoriale rappresenta l'ultimo avviso prima dell'avvio delle procedure esecutive.

La procedura esecutiva e il pignoramento a causa dei debiti

Far finta di non avere debiti e gnorare la cartella esattoriale porta all'inevitabile: il pignoramento dei beni. Questo può riguardare il conto corrente, lo stipendio, la pensione e perfino la casa. Agenzia Entrate Riscossione ha il compito di attuare queste azioni per conto dello Stato. Non tutto è perduto, però. Errori procedurali o ritardi nella notifica degli atti possono invalidare l'intera procedura, liberando il contribuente dal debito. Esistono anche opportunità legali come la prescrizione o la decadenza, che possono annullare il debito se sfruttate in modo corretto. 

La chiave per evitare conseguenze così drastiche è la tempestività. Pagare le somme dovute, anche se in ritardo, può fermare il processo di pignoramento. Inoltre, l'Agenzia delle Entrate può accordare piani di rateizzazione che permettono di dilazionare il debito in modo più gestibile.

Debiti, pignoramento e sequestro dei beni: cosa dice la legge 

Il pignoramento e l'esproprio forzato dei beni rappresentano l'ultima tappa di un percorso burocratico che vede al centro il creditore - sia esso una banca, una finanziaria o un privato - impegnato nel recupero di crediti da un debitore insolvente. Questo processo si concretizza nella cessione dei beni del debitore all'Istituto Vendite Giudiziarie, incaricato di organizzare l'asta per la vendita dei beni sequestrati, al fine di soddisfare le pretese del creditore.

La procedura segue specifici passaggi burocratici, e il debitore può continuare ad abitare l'immobile fino alla sua effettiva vendita all'asta. Il pignoramento e l'esproprio rappresentano strumenti estremi nella gestione dei debiti non saldati. La normativa vigente cerca di bilanciare le esigenze dei creditori con la tutela dei diritti fondamentali dei debitori, proteggendo beni essenziali per il mantenimento di un minimo standard di vita. La conoscenza di queste procedure è fondamentale per navigare le complessità del diritto civile e per gestire adeguatamente le situazioni di insolvenza, sempre nell'ambito del rispetto delle leggi e della dignità umana.

Esclusioni dal pignoramento

Non tutti i beni possono essere oggetto di pignoramento. La legge tutela certi beni indispensabili alla vita quotidiana del debitore e della sua famiglia, quali:

  • Beni alimentari e combustibili, necessari per il sostentamento mensile della famiglia
  • Armi e oggetti obbligati per funzioni di pubblico servizio
  • Oggetti con un valore affettivo o religioso insostituibile, come anelli nuziali
  • Gli indispensabili per l'ambiente familiare: letti, tavoli, sedie, frigoriferi, stufe
  • Oggetti sacri e per riti di culto
  • Animali domestici e di sostegno per disabilità
  • Documenti personali o di famiglia

Alcuni beni strumentali all'attività professionale del debitore sono solo parzialmente pignorabili, generalmente fino a un massimo di un quinto del loro valore totale.

Tipologie di esproprio in base ai debiti

Su iniziativa del creditore, un ufficiale giudiziario cataloga i beni pignorabili presenti nel domicilio del debitore. Questi possono includere mobili, elettrodomestici, gioielli, e anche denaro contante. Successivamente, i beni vengono messi all'asta. L'automobile può essere pignorata tramite un semplice controllo presso il Pubblico Registro Automobilistico, senza la necessità per l'ufficiale giudiziario di visitare il domicilio del debitore.

Pignoramento beni presso terzi

Questo si applica ai beni di proprietà del debitore ma detenuti da terzi, inclusi crediti come stipendi, pensioni, o conti correnti, con specifiche limitazioni.

  • Stipendio e pensione: Si può pignorare fino a un massimo di un quinto del netto, tenendo conto del minimo vitale per le pensioni
  • Conto corrente: È pignorabile la somma eccedente il triplo dell'assegno sociale per entrate derivanti da stipendio o pensione; per altre entrate, si può arrivare al pignoramento dell'intero saldo

(fonte immagine: Freepik) 

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