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Bonus Edilizi: cosa cambia con la Direttiva Europea

Bonus Edilizi: cosa cambia con la Direttiva Europea

La Direttiva sull'Efficienza Energetica degli Edifici (EPBD) mira a rivoluzionare il settore

29/04/2024

Il 12 aprile, l'ECOFIN ha dato il via libera definitivo alla Direttiva sulla Prestazione Energetica degli Edifici (EPBD), con il favore di 20 Stati membri su 27. L'Italia e l'Ungheria hanno votato contro, mentre altri cinque paesi si sono astenuti. Questo segna un passo significativo nell'attuazione del Green Deal europeo, mirato a ridurre il consumo energetico e le emissioni inquinanti degli edifici entro il 2035, e a realizzare edifici a emissioni zero entro il 2050. La Direttiva sull'Efficienza Energetica degli Edifici (EPBD) mira a rivoluzionare il settore immobiliare del continente. Ogni stato membro è chiamato a inviare un piano nazionale di ristrutturazione che delinei chiaramente la tabella di marcia e gli obiettivi specifici da raggiungere. Questi piani dovranno essere approvati entro il 2026 e aggiornati ogni cinque anni.

Obiettivi della Direttiva per edifici residenziali e non residenziali

Per gli edifici residenziali, la direttiva richiede una riduzione del consumo medio di energia del 16% entro il 2030 e del 20% entro il 2035. In particolare, il 55% di questo risparmio energetico dovrà provenire dal miglioramento delle prestazioni energetiche delle case in peggiori condizioni. Per gli edifici non residenziali, è prevista una ristrutturazione del 16% degli edifici entro il 2030 e del 26% entro il 2033, per assicurare il rispetto delle nuove norme di prestazioni energetiche.

Dal 2028, gli edifici di proprietà pubblica dovranno essere a emissioni zero, e lo stesso standard sarà richiesto per gli edifici privati a partire dal 2030. Questo implica che tali edifici dovranno avere un consumo energetico molto basso, garantito da fonti rinnovabili integrate nell'edificio o nel suo vicinato. La direttiva prevede esenzioni per edifici militari, luoghi di culto, fabbricati temporanei, edifici con superficie inferiore ai 50 metri quadri, e seconde case utilizzate meno di quattro mesi all'anno.

Per i nuovi edifici, la direttiva stabilisce che devono essere "solar-ready", predisposti cioè per l'installazione di impianti fotovoltaici o solari termici. Per gli edifici esistenti che sono idonei, l'installazione di pannelli solari dovrà iniziare gradualmente a partire dal 2027, segnando un passo importante verso l'elettrificazione del riscaldamento e l'adozione di pompe di calore.

Cosa dice la direttiva europea

Importante sottolineare che la direttiva lascia ampia libertà agli Stati membri nell'adottare le misure più adeguate a raggiungere gli obiettivi, senza imporre obblighi specifici ai singoli proprietari di immobili. L'opposizione italiana, guidata dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, ha sollevato preoccupazioni riguardo al finanziamento delle ristrutturazioni necessarie. Nonostante la "bellezza" e l'ambizione della direttiva, sorge la questione critica: "Chi paga?". È probabile che le risorse necessarie saranno parzialmente coperte da fondi europei, ma la portata esatta del finanziamento rimane da definire.

Con la continua evoluzione del contesto politico e finanziario europeo, sarà essenziale monitorare come i vari Stati membri pianificheranno e implementeranno le strategie per conformarsi agli obiettivi della direttiva. Gli aggiornamenti successivi alla formazione della nuova Commissione Europea, prevista per l'autunno post-elezioni europee di giugno, saranno decisivi per comprendere l'impatto finanziario e operativo della direttiva.

Finanziamenti e prossimi passi della direttiva

Nonostante la Commissione Europea non preveda l'erogazione di nuovi fondi specifici per questa direttiva, gli stati membri potranno attingere a risorse già esistenti come il Pnrr, il Fondo sociale per il clima e i Fondi di coesione. È previsto inoltre che entro il 2028 la Commissione di Bruxelles riesamini la direttiva per apportare eventuali correzioni, garantendo così un aggiustamento dinamico alle esigenze e alle realtà emergenti.

Cronoprogramma Direttiva Case Green

La direttiva europea sulle "case green" ha delineato una tabella di marcia ambiziosa per guidare gli Stati membri verso l'obiettivo della neutralità climatica entro date specifiche. Ecco i punti chiave di questo percorso

  • Entro il 1° gennaio 2028: Tutti gli edifici nuovi di proprietà degli enti pubblici o a gestione pubblica dovranno essere a zero emissioni. Questo impegno rappresenta un passo significativo verso la riduzione dell'impatto ambientale del settore pubblico e pone un esempio di leadership e responsabilità ecologica
  • Entro il 1° gennaio 2030: La direttiva estende l'obbligo a tutti i nuovi edifici, pubblici e privati, che dovranno essere costruiti secondo standard di zero emissioni. Questa disposizione mira a garantire che il nuovo patrimonio edilizio contribuisca attivamente alla riduzione delle emissioni di gas serra
  • Entro il 1° gennaio 2030: È compito di ogni Stato membro definire e attuare requisiti minimi di prestazione energetica per tutti gli edifici, un elemento fondamentale per migliorare l'efficienza energetica e ridurre il consumo di risorse non rinnovabili

Cosa cambia a partire dal 1 gennaio 2023

A partire dal 1° gennaio 2030: Viene imposto l'obbligo di installare pannelli solari su tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali. In una fase iniziale, entro la fine del 2026, questa disposizione sarà applicata ai grandi edifici con una superficie coperta utile superiore a 250 metri quadrati. L'obbligo verrà esteso a tutti gli edifici pubblici e non residenziali entro il 2030. L'installazione di pannelli solari è una misura chiave per promuovere l'uso delle energie rinnovabili e diminuire la dipendenza da fonti energetiche fossili.

(fonte immagine: Freepik) 

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