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Nuovo codice degli appalti: cosa cambia dal 2023

Nuovo codice degli appalti: cosa cambia dal 2023

Il nuovo Codice degli Appalti entrerà in vigore entro il prossimo anno. Scopri cosa accadrà

21/07/2022

A partire dal prossimo anno, le gare pubbliche saranno regolate dal nuovo Codice degli Appalti che dovrà essere approvato entro il 9 gennaio 2023. Ecco come cambieranno le procedure con il nuovo codice appalti. La legge delega è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso fine giugno ed è entrata in vigore il 9 luglio. Una riforma attesa da molto tempo che tenta di rimodellare un sistema che è rimasto ancorato a logiche antiche. Adesso si entra nel periodo di revisione e modifiche finali, che dovranno arrivare entro il 9 gennaio 2023.

Perché è importante il nuovo codice degli appalti

La riforma del codice dei contratti pubblici è un tassello fondamentale per rispettare il le scadenze e per spendere le risorse del Pnrr. Già nel 2014, l’Europa aveva impostato i tratti fondamentali per regolamentare il mercato degli appalti pubblici su diversi livelli. Semplificazione e trasparenza, riduzione degli oneri a carico delle imprese, facilitazione dell’accesso a micro, piccole e medie imprese. Negli anni successivi, questi punti non sono stati sviluppati e si è rimasti in un limbo che non ha agevolato le imprese.

Adesso l’Italia ha la grande opportunità per implementare il sistema e modernizzarlo con una regolamentazione snella, organica e innovativa. In questo modo, sarà possibile creare le condizioni per un mercato più competitivo e più performante in ottica di spesa pubblica.

Come funzione il nuovo codice degli appalti

La stesura del nuovo codice degli appalti dovrà essere in linea con i 31 principi definiti nella delega, che diventeranno il nuovo corpo normativo per garantire che le opere siano realizzate in tempi brevi, senza contenziosi e senza che gli effetti della crisi possano mettere le imprese in difficoltà. Non tutti sono d’accordo sui punti della delega, ma non c’è via d’uscita: sono punti obbligatori che devono essere inseriti. 

La stesura del nuovo Codice Appalti, in cui il Consiglio di Stato avrà un ruolo fondamentale, dovrà seguire i 31 principi definiti dalla delega. I principi faranno da guida per la redazione del nuovo corpo normativo, affinché si possa garantire la realizzazione delle opere in tempi brevi, senza contenziosi e senza che gli effetti della crisi possano mettere in difficoltà le imprese.

Divieto di gold plating

Il nuovo codice degli appalti, per il rispetto del divieto di gold plating e nel recepimento del diritto comunitaria, dovrà seguire dovrà seguire le normative comunitarie di cui alla direttiva 2014/24/UE sugli appalti pubblici nei cd. “settori ordinari”, la direttiva 2014/25/UE sugli appalti nei “settori speciali” (acqua, energia, trasporti, servizi postali) e la direttiva 2014/23/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione.

Il governo italiano dovrà garantire il perseguimento di obiettivi di coerenza e aderenza alle direttive europee attraverso l’introduzione o il mantenimento di livelli di regolazione adeguati a quelli richiesti e assicurare sempre l’apertura alla concorrenza e il confronto competitivo tra i diversi operatori dei mercati dei lavori, dei servizi e delle forniture.

Non cambierà una virgola sulla tutela del lavoro, sicurezza, contrasto al lavoro in nero, legalità e trasparenza. L’obiettivo è assicurare sempre un confronto competitivo fra ii diversi operatori dei mercati dei lavori, dei servizi e delle forniture deve considerarsi con particolare riferimento alle piccole e medie imprese.

Le linee guida sui prezzi dei materiali e le prestazioni gratuite

Nella regolamentazione del nuovo Codice, le stazioni che chiedono l’appalto dovranno inserire, nei bandi di gara, negli avvisi e negli inviti, un listino dei prezzi obbligatorio di revisione dei prezzi al verificarsi di alcune condizioni di natura oggettiva e non prevedibili nel momento in cui si formula l’offerta (e che può variare in base al rinnovo dei contratti collettivi).

La legge che dovrà essere scritta non dovrà prevedere alcuna prestazione gratuita di attività professionali, salvo casi eccezionali che andranno motivati in modo approfondito. La direzione di un progetto o il coordinamento dei lavori potrà essere a costo zero per la pubblica amministrazione a patto che la mancata quotazione della parcella venga motivata.

La semplificazione delle procedure

Un altro aspetto fondamentale su cui il governo dovrà mettere l’accento è l’attuazione delle procedure relative alla fase di approvazione dei progetti in materia di opere pubbliche. L’obiettivo è la «la ridefinizione dei livelli di progettazione ai fini di una loro riduzione». Il governo inoltre dovrà indirizzare il nuovo codice verso la diminuzione dei tempi relativi alle procedure di gara: una delle misure individuate per raggiungere tale obiettivo è la predisposizione di contratti predisposti dall’Autorità nazionale anti-corruzione.

Il nuovo Codice dovrà essere scritto in ottica ambientale e garantire l’aumento del grado di eco sostenibilità degli investimenti pubblici e il rispetto dei criteri di responsabilità energetica e ambientale nell’affidamento degli appalti.

Bisognerà definire nuovi criteri ambientali e importi di appalto differenti. Anche in termini di stazioni appaltanti, si agirà in ottica di riduzione: attualmente sono 36 mila e hanno 100 centri di costo.

Agevolazione per le pmi

La delega prevede inoltre dei criteri premiali per l’aggregazione di impresa e l’obbligo di motivare la decisione di non suddividere gli appalti in lotti: questo dovrebbe favorire la partecipazione delle piccole e medie imprese alle gare d’appalto.

(fonte immagine: Yandex) 

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