Uni.Riz.
Cryptovalute e riciclaggio: cosa c’è di vero

Cryptovalute e riciclaggio: cosa c’è di vero

Quando si parla di cryptovalute, si entra in un terreno minato e complesso. Scopri perché

20/07/2023

Il Parlamento Europeo ha dato il via libera al regolamento e ora dovrà essere approvato dal Consiglio europeo e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Gli Stati membri dell'UE avranno 18 mesi per implementare le nuove norme a livello nazionale. L'obiettivo è creare un quadro regolamentare uniforme in tutta l'Unione europea per proteggere al meglio gli investitori finali. Ad ogni modo c’è ancora molto lavoro da fare. Secondo Andrea Conso, partner dello Studio Annunziata Conso, la Mica rappresenta sicuramente un traguardo storico dal punto di vista giuridico, ma avrebbe potuto fare di più. La normativa deve ancora essere testata e sarà necessario vedere se riuscirà a comprendere tutte le sfaccettature di un mercato molto complesso.

Il nuovo regolamento UE sulle cryptovalute

Le opinioni all'interno dell'industria riguardo alla nuova regolamentazione dell'UE sono discordanti. Mentre alcuni accolgono con favore l'iniziativa, altri ritengono che si potesse fare di più. Ferdinando Ametrano, fondatore di CheckSig, una società italiana attiva nella custodia e compravendita di cryptovalute, apprezza il chiarimento che consente all'industria di organizzarsi in modo ottimale. Secondo Ametrano, prima di valutare il quadro regolamentare sulle cryptovalute, è importante notare che ora ci sono norme specifiche per gli asset digitali. Questo permette agli operatori di muoversi in un contesto chiaro e definito. L'Europa ha adottato un approccio diverso dagli Stati Uniti, dove non esiste una regolamentazione specifica. Di conseguenza, la Mica potrebbe mettere l'Europa in una posizione vantaggiosa.

D'altra parte, Christian Miccoli, fondatore di Conio, un broker italiano che offre anche servizi di custodia per Bitcoin, adotta una prospettiva più critica. Nonostante riconosca gli aspetti positivi della regolamentazione europea sulle cryptovalute, individua ancora alcune problematiche. Secondo Miccoli, la Mica applica le principali normative finanziarie agli asset non finanziari, portando a risultati paradossali come l'esclusione degli NFT (token non fungibili) e della DeFi (finanza decentralizzata).

Cosa dice il regolamento Mica sulle cryptovalute

Il regolamento Mica interviene su diversi fronti, a partire dalla classificazione di tutti gli asset digitali. Le nuove norme impongono obblighi alle società che forniscono servizi legati agli asset digitali e introducono responsabilità per gli emittenti. Per garantire una maggiore tutela degli investitori, la Mica introduce il principio della separazione patrimoniale per tutti gli operatori di cryptovalute che offrono servizi in crypto-asset.

Ciò significa che i capitali dei clienti devono essere distinti dai capitali del fornitore e devono essere attribuiti a un indirizzo specifico sulla blockchain. La Mica classifica i crypto-asset in tre categorie: token di moneta elettronica (Electronic money - Ert), token riferiti ad asset (Asset referenced token - Art) e utility token. Le prime due categorie comprendono le stablecoin, che sono monete virtuali che mirano a mantenere stabile il loro valore. La differenza è che gli Ert sono legati a una valuta sovrana come il dollaro o l'euro, mentre gli Art sono legati a un insieme di asset diversi, inclusi valute sovrane e commodity. Gli utility token, invece, comprendono tutti gli asset non classificati come Ert e Art. Tuttavia, la Mica non copre gli NFT e la DeFi, che sono soggetti rispettivamente alle linee guida dell'ESMA e dell'EBA.

Mica e Bitcoin: cosa dice l’Unione Europea sulle cryptovalute

Il regolamento Mica non include il Bitcoin, così come gli NFT e la DeFi. Il Bitcoin non ha un emittente, il che è un requisito espresso nel nuovo regolamento europeo. Tuttavia, la Mica riguarda indirettamente il Bitcoin attraverso la regolamentazione dei servizi che utilizzano la tecnologia blockchain, ad esempio l'acquisto e la vendita di Bitcoin devono comunque aderire al regolamento europeo.

Gli operatori del settore, che siano exchanger o piattaforme che forniscono servizi in crypto-asset, devono registrarsi presso l'autorità competente del paese in cui operano. Questa autorizzazione può poi essere "passaportata" a livello europeo. Inoltre, gli emittenti di utility token devono redigere un documento chiamato "White paper" da notificare alle autorità competenti. Questo documento deve contenere informazioni come la descrizione del progetto, il tipo di crypto-asset e la descrizione della società.

Per emettere token riferiti ad asset, le società devono ottenere un'autorizzazione specifica che può essere negata in caso di minaccia alla stabilità finanziaria. Anche gli operatori che forniscono servizi di custodia devono ottenere un'autorizzazione specifica, a meno che non siano già soggetti a una supervisione come le banche o le SIM.

(fonte immagine. Yandex.com) 

Condividi questo articolo su: