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La pratica forense: cos'è e come funziona

La pratica forense è un momento fondamentale per ogni carriera giuridica. Scopri come funziona

18/04/2023

La pratica forense costituisce un momento essenziale per tutti coloro che intendono intraprendere la carriera giuridica, essendo una fase obbligatoria caratterizzata da una serie di tirocini e corsi di formazione. Negli ultimi anni, questa pratica è stata oggetto di significative riforme. Per iniziare la pratica forense è necessario iscriversi all'apposito albo e selezionare un ente pubblico dove svolgere il percorso di abilitazione al patrocinio. A partire dal 2022, tutti i praticanti dovranno frequentare dei corsi obbligatori su diversi aspetti del diritto, con conseguente prova finale.

La pratica forense rappresenta il periodo indispensabile per poter partecipare all'esame di avvocato, iscriversi all'albo e svolgere la professione in autonomia. Per diventare avvocato, è necessario conseguire una Laurea in Giurisprudenza. Sei mesi prima dell'esame finale, il candidato può scegliere uno studio legale che rispetti i requisiti della pratica forense. La pratica forense richiede un atteggiamento diligente e rispettoso delle norme di deontologia professionale, ma non impedisce la svolta di altre attività di lavoro pubblico o privato. Ad ogni modo è necessario un accertamento del CDO in merito a eventuali conflitti d'interesse.

Cosa dice la legge sulla pratica forense

In Italia, la pratica forense è regolamentata dalla Legge 31 dicembre 2012, n. 247, Disposizioni per la riforma del sistema sanzionatorio e di esecuzione penale, nonché in materia di applicazione della direttiva 2008/48/CE, che modifica la direttiva 2002/13/CE relativa alla disciplina degli interessi moratori.

La legge regola diverse questioni relative alla pratica forense, tra cui:

  • l'accesso alla professione di avvocato e la relativa formazione professionale
  • le norme deontologiche che regolano il comportamento degli avvocati, come l'obbligo di riservatezza, il divieto di conflitto di interessi e l'obbligo di difendere i propri clienti con diligenza e competenza
  • norme procedurali che disciplinano la rappresentanza in giudizio, l'assistenza legale e la consulenza giuridica
  • le norme relative alle spese processuali e alla liquidazione degli onorari degli avvocati

Perché è importante la pratica forense

La pratica forense è un'importante fase di apprendimento per gli studenti di giurisprudenza che desiderano diventare avvocati. Questo periodo di prova consente loro di mettere in pratica le conoscenze acquisite all'Università e di capire se la professione legale è realmente ciò che desiderano fare. Inoltre, se la pratica viene svolta in uno studio di prestigio, il praticante può apprendere i trucchi del mestiere e acquisire informazioni e metodi di lavoro propedeutici alla professione. 

Durante la pratica, il praticante deve imparare a gestire le relazioni con i colleghi e i clienti, nonché a redigere documenti come pareri e commenti alle leggi, che sono essenziali per superare l'esame di abilitazione e lavorare con autonomia. La richiesta di tirocinio deve essere presentata al Consiglio dell'Ordine, che verificherà i requisiti dello studio e confermerà l'iscrizione all'Albo dei Praticanti Avvocati.

Il praticante può partecipare alle udienze in tribunale con il proprio supervisore già dal giorno successivo all'iscrizione e deve effettuare almeno 20 presenze per semestre per soddisfare il requisito previsto dalla legge. Dopo sei mesi dall'iscrizione, il praticante diventa abilitato al patrocinio e può svolgere attività di consulenza e assistenza giudiziale e stragiudiziale in sostituzione del proprio supervisore, sia in ambito civile che davanti al Giudice di Pace, e in ambito penale, ma solo per reati contravvenzionali di competenza del pretore. Partecipare ad altre udienze senza il supervisore costituisce un reato di esercizio abusivo della professione.

Durata e requisiti della pratica da avvocato

La pratica da avvocato ha una durata di 18 mesi a partire dall'iscrizione al registro praticanti. È obbligatorio certificare le attività svolte e la mancata attività per più di 6 mesi senza giustificato motivo comporta la cancellazione dal registro. La pratica può essere svolta presso uno o due professionisti con almeno 5 anni di anzianità all'albo degli avvocati, presso l'Avvocatura dello Stato o un ente pubblico per un massimo di 12 mesi, in uno Stato membro dell'Unione Europea per un massimo di 6 mesi (previa indicazione al Consiglio dell'Ordine), e negli uffici giudiziari per un massimo di 12 mesi (gli altri 6 presso un professionista).

Compensazione della pratica forense

Il praticante ha diritto a una borsa di studio di 400 euro al mese in presenza di alcuni requisiti anagrafici e di merito. La borsa non costituisce un contratto di lavoro, uno stipendio o una collaborazione, ma un rimborso spese. Il valore della borsa può variare in base al costo della vita della città in cui si svolge la pratica e alla fama dello studio legale.

Dopo il primo semestre, il dominus può decidere di stipulare un contratto ad hoc al praticante con una somma commisurata all'effettivo apporto professionale.

Iscrizione alla Cassa Forense

L'iscrizione alla Cassa Forense per il praticante è facoltativa e deve avvenire su domanda dell'interessato con delibera della Giunta Esecutiva dell'Ente previdenziale. Non è obbligatoria durante la pratica forense. Alla fine del tirocinio, il Consiglio rilascia un certificato che attesta il successo del tirocinio (dopo almeno 18 mesi), documento necessario per l'iscrizione all'esame di avvocato annuale.

(fonte immagine: Freepik) 

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